Disturbi da stress correlati a future malattie neurodegenerative

I disturbi correlati allo stress sono connessi ad un incremento del rischio di patologie neurodegenerative nelle fasi successive della vita, come emerge da uno studio osservazionale che ha coinvolto quasi 700000 pazienti.

La maggiore correlazione riguarda le patologie neurodegenerative di natura vascolare, il che potrebbe indicare un importante ruolo di mediazione dei fattori vascolari, come affermato dall’autore Huan Song della Sichuan University di Chengdo.

Una stretta sorveglianza del rischio di  patologie cardiovascolari o il riscontro di un modo per ridurlo potrebbero dunque ridurre susseguentemente il rischio di sviluppare malattie neurodegenerative nei pazienti con disturbi da stress. La sindrome da stress post-traumatico (PTSD) è stata associata ad un incremento del rischio di demenza, ma si sa meno sul potenziale collegamento fra altri disturvi da stress e patologie neurodegenerative: è ben noto che lo stress sia negativo per il cervello, ma la ricerca in quest’area è stata sinora limitata.

La maggior parte della ricerca che esamina lo stress tende a focalizzarsi su soggetti con PTSD, essenzialmente veterani di guerra, ma il presente studio ha esaminato civili con un’ampia gamma di problemi correlati allo stress e diverse comuni patologie neurodegenerative, e data la sua ampiezza, ha portato a risultati in una certa misura generalizzabili.

I dati evidenziano l’importanza della salute cerebrovascolare, e sottolineano che  fattori stressanti della vita ed il modo in cui si gestiscono potrebbe avere un impatto sul cervello ad anni di distanza, non soltanto in termini di risposta fisiologica, ossia con la promozione di una cascata di eventi che porta a neuroinfiammazione cronica, ma anche mediante comportamenti, scelte sullo stile di vita e meccanismi gestionali nell’affrontare un elevato livello di stress. I dati suggeriscono che potrebbe essere possibile identificare i soggetti a rischio di demenza causata dai disturbi da stress nelle fasi precoci della vita, il che consentirebbe di introdurre interventi appropriati e modificare la risposta del cervello allo stress, sia da un punto di vista fisiologico che comportamentale.

Dal punto di vista della sanità pubblica, inoltre, sarebbe importante che la popolazione generale venga resa consapevole di quanto riscontrato in modo da consentirle di ricercare trattamenti appropriati nel contesto di stress cronico o traumi. (JAMA Neurol online 2020, pubblicato il 9/3 doi:10.1001/jamaneurol.2020.0117)

Post correlati

Lascia un commento



Homnya Srl | Partita IVA: 13026241003

Sede legale: Via della Stelletta, 23 - 00186 - Roma
Sede operativa: Via della Stelletta, 23 - 00186 - Roma
Sede operativa: Via Galvani, 24 - 20099 - Milano

Popular Science Italia © 2025